Scopri perché le app che scannerizzano l’INCI spesso sbagliano nel giudicare i prodotti solari e cosmetici. Analizziamo i limiti degli algoritmi, l’importanza dei filtri solari approvati e cosa rischi affidandoti a giudizi semplicistici. Guida completa per capire come scegliere davvero un solare efficace e sicuro.
Negli ultimi anni si sono diffuse numerose app che promettono di "decifrare" l'INCI (la lista ingredienti) dei cosmetici tramite una semplice scansione del codice a barre. Con un sistema a semaforo o a punteggio, queste applicazioni pretendono di indicare se un prodotto è buono o cattivo, sicuro o pericoloso. Ma possiamo davvero affidarci a questi strumenti per scegliere un cosmetico? La risposta, soprattutto quando si parla di protezione solare, è NO: queste app non sono affidabili, né scientificamente valide.
L'INCI è uno strumento fondamentale per la trasparenza, ma da solo non basta per valutare la sicurezza, l'efficacia e la qualità di un prodotto cosmetico. Le app scanner INCI si basano su algoritmi che analizzano gli ingredienti singolarmente, senza considerare:
Questa semplificazione estrema rischia di penalizzare i prodotti migliori, soprattutto quelli studiati con tecnologie avanzate e formule ad alte prestazioni.
Le app che scannerizzano l'INCI fanno spesso errori di valutazione gravi, perché:
Questi limiti fanno sì che le migliori formule, spesso tecnologicamente avanzate, vengano scartate a favore di alternative meno performanti solo perché più "green-friendly" secondo criteri semplificati. È importante ricordare che la valutazione di un prodotto cosmetico non può essere ridotta a una lettura superficiale del suo INCI.
Le app che scannerizzano l'INCI diventano particolarmente fuorvianti quando vengono utilizzate per valutare i prodotti solari. I filtri solari sono tra gli ingredienti più controllati e regolamentati nell'industria cosmetica, e vengono approvati solo dopo lunghi studi di efficacia, fotostabilità, e sicurezza cutanea.
Eppure, molti dei filtri più innovativi e performanti vengono bocciati da queste app, semplicemente perché:
Ecco perché i solari, anche quelli tecnologicamente avanzati e dermatologicamente impeccabili, spesso ottengono punteggi bassi:
❌ Filtri UV moderni? Penalizzati.
❌ Nanoparticelle? Segnalate come “pericolose” anche se normate e sicure.
❌ Conservanti approvati? Bollino rosso.
❌ Profumazioni naturali? Sensibilizzanti!
❌ Nome difficile da pronunciare? Sospetto!
Il risultato?
Solari seri e testati finiscono all’inferno dell’algoritmo, mentre emulsioni improvvisate dal marketing passano per “super green”.
Le app funzionano tramite un sistema a punteggio che valuta ogni ingrediente singolarmente, senza tenere conto di:
concentrazione dell’ingrediente
sinergia della formula
tipo di prodotto (es. solare ≠ crema idratante),
sicurezza regolamentata
In pratica: valuta l’etichetta, ma ignora tutto il resto.
Nel mercato europeo, alcuni tra i filtri più moderni e tecnologicamente avanzati sono quelli più penalizzati dalle app. Ecco alcuni esempi:
Questi ingredienti sono autorizzati dal REGOLAMENTO COSMETICO EUROPEO (Reg. CE 1223/2009) e ritenuti assolutamente sicuri dal SCCS (Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori), uno dei più severi al mondo.
Affidarsi a un giudizio semaforico può portare l'utente a fare scelte sbagliate come:
Nel nostro laboratorio selezioniamo solo filtri solari con il miglior rapporto tra efficacia, fotostabilità e tollerabilità cutanea, scelti tra quelli con:
La scelta di utilizzare filtri tecnologicamente avanzati e approvati dai più severi enti regolatori non è una scorciatoia: è una garanzia di efficacia e sicurezza reale. Preferiamo puntare sulla scienza e sulla performance, non su giudizi approssimativi basati su parametri discutibili.
Le app possono fornire spunti e stimolare la curiosità, ma non possono sostituire l'approccio formulativo, le competenze regolatorie e la visione dermocosmetica. Quando si parla di protezione solare, la leggerezza di un algoritmo può diventare un rischio per la salute.
Non sempre il verde in un'app corrisponde alla scelta più sicura. A volte, scegliere bene significa anche saper riconoscere il valore della complessità.
La pelle merita formule pensate con intelligenza, testate con rigore e create con rispetto. La pelle dei bambini, in particolare, è un patrimonio da proteggere con la massima responsabilità. Le app che giudicano con semafori o punteggi possono semplificare, ma non sostituire la competenza. Da Namalei, la sicurezza non è un’opinione: è un impegno concreto.
Paolo Morale
Founder Namalei Italia