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App Scanner INCI e Solari: Perché le App Non Valutano Correttamente i Filtri e Rischiano di Ingannarti
Paolo Morale
Giugno 03, 2025

Scopri perché le app che scannerizzano l’INCI spesso sbagliano nel giudicare i prodotti solari e cosmetici. Analizziamo i limiti degli algoritmi, l’importanza dei filtri solari approvati e cosa rischi affidandoti a giudizi semplicistici. Guida completa per capire come scegliere davvero un solare efficace e sicuro.

Come funzionano le app scanner INCI, i rischi delle valutazioni automatiche e il ruolo fondamentale dei filtri solari tecnologici nelle protezioni certificate.

Negli ultimi anni si sono diffuse numerose app che promettono di "decifrare" l'INCI (la lista ingredienti) dei cosmetici tramite una semplice scansione del codice a barre. Con un sistema a semaforo o a punteggio, queste applicazioni pretendono di indicare se un prodotto è buono o cattivo, sicuro o pericoloso. Ma possiamo davvero affidarci a questi strumenti per scegliere un cosmetico? La risposta, soprattutto quando si parla di protezione solare, è NO: queste app non sono affidabili, né scientificamente valide.


L'errore di fondo: l'INCI non basta

L'INCI è uno strumento fondamentale per la trasparenza, ma da solo non basta per valutare la sicurezza, l'efficacia e la qualità di un prodotto cosmetico. Le app scanner INCI si basano su algoritmi che analizzano gli ingredienti singolarmente, senza considerare:

  • Le concentrazioni reali utilizzate
  • Il contesto formulativo (interazioni tra ingredienti)
  • La funzione specifica di ogni ingrediente nella formula.
  • I dati regolatori e i test clinici effettuati sul prodotto finito.
  • La biodisponibilità dell'ingrediente (ossia se entra davvero in contatto con l'organismo).

Questa semplificazione estrema rischia di penalizzare i prodotti migliori, soprattutto quelli studiati con tecnologie avanzate e formule ad alte prestazioni.


Perché le app scanner INCI fanno cilecca nella valutazione degli ingredienti

Le app che scannerizzano l'INCI fanno spesso errori di valutazione gravi, perché:

  • Traggono informazioni da database non sempre aggiornati o scientificamente affidabili.
  • Non distinguono tra ingredienti potenzialmente problematici solo ad alte dosi (non presenti nei cosmetici)
  • Penalizzano gli ingredienti con nomi chimici complessi anche se sicuri e ampiamente testati.
  • Non comprendono il contesto regolatorio: molti ingredienti "semaforati in rosso" sono in realtà autorizzati e normati dalle più severe autorità cosmetiche europee

Questi limiti fanno sì che le migliori formule, spesso tecnologicamente avanzate, vengano scartate a favore di alternative meno performanti solo perché più "green-friendly" secondo criteri semplificati. È importante ricordare che la valutazione di un prodotto cosmetico non può essere ridotta a una lettura superficiale del suo INCI.

Il caso dei solari: quando le app fanno davvero danno

Le app che scannerizzano l'INCI diventano particolarmente fuorvianti quando vengono utilizzate per valutare i prodotti solari. I filtri solari sono tra gli ingredienti più controllati e regolamentati nell'industria cosmetica, e vengono approvati solo dopo lunghi studi di efficacia, fotostabilità, e sicurezza cutanea.

Eppure, molti dei filtri più innovativi e performanti vengono bocciati da queste app, semplicemente perché:

  • Hanno nomi chimici complessi
  • Non rientrano in banche dati "green" semplificate
  • Sono stati interpretati erroneamente da fonti non scientifiche. 
Sui solari, il cortocircuito è totale

Ecco perché i solari, anche quelli tecnologicamente avanzati e dermatologicamente impeccabili, spesso ottengono punteggi bassi:

❌ Filtri UV moderni? Penalizzati.
❌ Nanoparticelle? Segnalate come “pericolose” anche se normate e sicure.
❌ Conservanti approvati? Bollino rosso.
❌ Profumazioni naturali? Sensibilizzanti!
❌ Nome difficile da pronunciare? Sospetto!

Il risultato?
Solari seri e testati finiscono all’inferno dell’algoritmo, mentre emulsioni improvvisate dal marketing passano per “super green”.

Le app funzionano tramite un sistema a punteggio che valuta ogni ingrediente singolarmente, senza tenere conto di:

  • concentrazione dell’ingrediente

  • sinergia della formula

  • tipo di prodotto (es. solare ≠ crema idratante),

  • sicurezza regolamentata

In pratica: valuta l’etichetta, ma ignora tutto il resto.

I migliori filtri solari oggi disponibili: efficacia e sicurezza certificata

Nel mercato europeo, alcuni tra i filtri più moderni e tecnologicamente avanzati sono quelli più penalizzati dalle app. Ecco alcuni esempi:

  • Diethylamino Hydroxybenzoyl Hexyl Benzoate (Uvinul A Plus): filtro UVA fotostabile, ottimo per prevenire i danni da invecchiamento precoce
  • Bis-Ethylhexyloxyphenol Methoxyphenyl Triazine (Tinosorb S): filtro a largo spettro, estremamente stabile, con eccellente profilo di sicurezza
  • Ethylhexyl Triazone: il filtro UVB con la più alta efficienza assorbente disponibile oggi
  • Tris-Biphenyl Triazine (nano): protegge efficacemente dai raggi UVA e UVB con grande stabilità, utilizzato in forma incapsulata per rimanere in superficie senza penetrare

Questi ingredienti sono autorizzati dal REGOLAMENTO COSMETICO EUROPEO (Reg. CE 1223/2009) e ritenuti assolutamente sicuri dal SCCS (Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori), uno dei più severi al mondo.


Cosa rischi a fidarti ciecamente delle app

Affidarsi a un giudizio semaforico può portare l'utente a fare scelte sbagliate come:

  • Evitare solari ad alta efficacia per paura ingiustificata degli ingredienti
  • Usare protezioni meno stabili, meno performanti o con copertura UV incompleta
  • Esporre la pelle (e quella dei bambini) a radiazioni potenzialmente dannose
  • Rinunciare a tecnologie nuove e sicure solo perché "non verdi" secondo una app

Perché i filtri che usiamo sono i migliori

Nel nostro laboratorio selezioniamo solo filtri solari con il miglior rapporto tra efficacia, fotostabilità e tollerabilità cutanea, scelti tra quelli con:

  • Maggiore performance nei test di SPF e UVA-PF
  • Stabilità alla luce e al calore
  • Ottima dermocompatibilità
  • Basso impatto ambientale 

La scelta di utilizzare filtri tecnologicamente avanzati e approvati dai più severi enti regolatori non è una scorciatoia: è una garanzia di efficacia e sicurezza reale. Preferiamo puntare sulla scienza e sulla performance, non su giudizi approssimativi basati su parametri discutibili.

La scienza non si fa con i semafori

Le app possono fornire spunti e stimolare la curiosità, ma non possono sostituire l'approccio formulativo, le competenze regolatorie e la visione dermocosmetica. Quando si parla di protezione solare, la leggerezza di un algoritmo può diventare un rischio per la salute.

In conclusione

  • Le app scanner INCI semplificano in modo eccessivo e disinformano
  • I filtri solari più innovativi e sicuri sono spesso penalizzati ingiustamente
  • L'affidabilità di un prodotto si misura con test clinici, regolamenti e conoscenza formulativa
  • Chi formula responsabilmente ha il dovere di andare oltre la superficie dell'INCI
  • La protezione della pelle si costruisce con scienza, rigore e chiarezza

Non sempre il verde in un'app corrisponde alla scelta più sicura. A volte, scegliere bene significa anche saper riconoscere il valore della complessità.

La pelle merita formule pensate con intelligenza, testate con rigore e create con rispetto. La pelle dei bambini, in particolare, è un patrimonio da proteggere con la massima responsabilità. Le app che giudicano con semafori o punteggi possono semplificare, ma non sostituire la competenza. Da Namalei, la sicurezza non è un’opinione: è un impegno concreto.

Paolo Morale

Founder Namalei Italia


Paolo Morale